Dannosi per l’organismo, ma utili durante i processi alimentari su larga scala: i grassi idrogenati rappresentano una minaccia per la nostra alimentazione sotto numerosi aspetti. Per questo motivo stanno lentamente scomparendo dalla nostra tavola, dopo aver però dominato gli scaffali dei supermercati per buonissima parte del XX secolo e i primi anni 2000.
Vi spieghiamo oggi cosa sono i grassi idrogenati e quale pericolo rappresentano per la nostra salute.
GRASSI IDROGENATI: IL PROCESSO DI RAFFINAZIONE
Come si può intuire dal nome, i grassi idrogenati vengono ottenuti tramite un processo chimico particolare, detto “idrogenazione“, appunto. Attraverso tale processo, l’acido grasso insaturo, presente allo stato liquido viene riscaldato fino ad una temperatura variabile tra i 120 e i 210° C, in presenza di idrogeno e di elementi catalizzatori come nichel, rame o platino. In caso di un procedimento industriale imperfetto si ha il rischio che l’alimento possa essere contaminato con piccole quantità di questi elementi.
Il processo di idrogenazione permette l’ottenimento una struttura molecolare più stabile e in grado di portare tutta una serie di vantaggi sul piano industriale.
La struttura ha una maggiore stabilità termica che la rende adatta a subire modifiche sul piano della consistenza del prodotto finito. Il più importante di tutti, però, è sicuramente la maggiore durabilità e conservabilità che fa dei grassi idrogenati uno degli elementi principali di tanti prodotti dolciari e di salumi.
I grassi idrogenati, come ad esempio la margarina, si ritrovano quindi in merendine, biscotti, gelati, surgelati e liofilizzati e rappresentano, di fatto, un sostituto meno salutare di grassi saturi animali come burro, strutto e lardo.
GRASSI IDROGENATI: I RISCHI PER LA SALUTE
Sugli effetti dei grassi idrogenati esistono numerosi studi al riguardo. Principalmente, questi si comportano come degli acidi grassi saturi di origine animale, portando quindi le conseguenze negative di questi ultimi. Tra tutte l’aumento del colesterolo HDL a scapito dell’LDL e quindi la maggior propensione a sviluppare patologie cardiovascolari. Un altro rischio riguarda l’insorgenza della steatosi epatica, una malattia che colpisce il fegato e che, se trascurata, può aggravarsi fino a diventare cirrosi epatica.
Inoltre, questo tipo di grassi hanno una struttura geometrica e chimica diversa dai grassi saturi di originale animale e quindi si depositano diversamente nel nostro corpo, non venendo assorbito correttamente dalle membrane cellulari del nostro organismo. Questa situazione aumenta così il rischio cancerogeno in caso di una dieta principalmente a base di alimenti con grassi idrogenati.